I'm not a dumb blonde. I'm just drawn that way

17 aprile 2013

Dublino, Italia, Wicked e un post di Machedavvero

Sono tornata da Dublino domenica, come sempre con un misto di entusiasmo e tristezza. I meeting internazionali ti esaltano perchè ti fanno intravedere milioni di possibilità, ti aprono gli orizzonti, e il clima informale che vi si respira ti fa anche sentire a casa tua in questa comunità teatrale allargata.
Però, c'è un però. Tuttimapropriotutti sanno i fatti di casa nostra. Non c'era working group in cui non si nominassero "situazioni come quella dell'Italia", e "rapporti politici che poi finisce come con Grillo".

Volevo sotterrarmi, e contemporaneamente ero furiosa per tutti quelli che si impegnano, e di cui non parla nessuno

Dopo due giorni, Chiara di Machedavvero pubblica questo post. E mi è venuta in mente di quando ho visto "Wicked", a Londra, tre anni fa.

"Wicked" è un musical del 2003, quindi è uno spettacolo teatralmente "vecchio". Un'amica mi ha convinta a vederlo, ed eccoci seduta in balconata dell'Apollo Victoria Theatre, proprio davanti all'omonima stazione.
Dopo due minuti, stavo piangendo come una fontana. Perchè era uno spettacolo vecchio, ma comunque era più bello di tutti quelli che avevo visto in Italia in quella stagione. Perchè non era possibile che, con tutti gli artisti meravigliosi che abbiamo, le nostre compagnie facciano la fame e quella fosse, evidentemente, una macchina perfettamente oliata per divertire e far sognare il pubblico e CONTEMPORANEAMENTE guadagnare cifre importanti. Perchè abbiamo potenziali inesporati, che continuano a rimanere tali. Perchè la maggior parte dei miei amici mi invidia per il lavoro che faccio, ma le cose di cui mi occupo potrebbero essere mille volte più interessanti, travolgenti e coinvolgenti.

Non sono d'accordo sul fatto che serva andare via dall'Italia per imparare certe cose. Io faccio parte del gruppo "avrei voluto avrei potuto e poi sono rimasta". Forse sono stata codarda, forse non ho pensato di potermi adattare, di poter affrontare la sconfitta se non ce la facevo. Può essere.


Io però quando ho l'istinto di buttare una cartaccia in terra, non lo faccio perchè penso "No dai che brutto". Quando vedo i graffiti sulle porte mi arrabbio a dismisura perchè penso "E' la porta di qualcuno". Quando esco da un negozio saluto e auguro buona giornata perchè vorrei che qualcuno lo facesse per me.

Forse è perchè ho vissuto tanti anni in Trentino, un posto in cui le persone hanno molto senso civico, e dove ho constatato che il rispetto reciproco, l'educazione e l'apporto di tutti fa funzionare DAVVERO funzionare le cose in un altro modo. Forse è perchè ho frequentato scuole che mi hanno fatta imparare e crescere davvero, anche come persona, ed interessarmi sempre del mondo. Forse è per il lavoro che faccio.



Non lo so.

Ma io credo nei piccoli gesti, credo nel fatto che si può cambiare ed essere migliori anche da un giorno all'altro e che la somma di piccoli gesti faccia una differenza enorme nella bilancia del mondo. Credo nel fatto che se tutti quelli di 29 anni la pensassero come me, e anche tutti quelli dai 29 in giù, nel giro di 20 anni questo Paese sarebbe rivoltato come un calzino e rimesso a nuovo.

Quindi partite o restate, non importa. Però pensateci su, e poi fate la differenza anche voi.



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