Sono tornata da Dublino domenica, come sempre con un misto di entusiasmo e tristezza. I meeting internazionali ti esaltano perchè ti fanno intravedere milioni di possibilità, ti aprono gli orizzonti, e il clima informale che vi si respira ti fa anche sentire a casa tua in questa comunità teatrale allargata.
Però, c'è un però. Tuttimapropriotutti sanno i fatti di casa nostra. Non c'era working group in cui non si nominassero "situazioni come quella dell'Italia", e "rapporti politici che poi finisce come con Grillo".
Volevo sotterrarmi, e contemporaneamente ero furiosa per tutti quelli che si impegnano, e di cui non parla nessuno
Dopo due giorni, Chiara di Machedavvero pubblica questo post. E mi è venuta in mente di quando ho visto "Wicked", a Londra, tre anni fa.
"Wicked" è un musical del 2003, quindi è uno spettacolo teatralmente "vecchio". Un'amica mi ha convinta a vederlo, ed eccoci seduta in balconata dell'Apollo Victoria Theatre, proprio davanti all'omonima stazione.
Dopo due minuti, stavo piangendo come una fontana. Perchè era uno spettacolo vecchio, ma comunque era più bello di tutti quelli che avevo visto in Italia in quella stagione. Perchè non era possibile che, con tutti gli artisti meravigliosi che abbiamo, le nostre compagnie facciano la fame e quella fosse, evidentemente, una macchina perfettamente oliata per divertire e far sognare il pubblico e CONTEMPORANEAMENTE guadagnare cifre importanti. Perchè abbiamo potenziali inesporati, che continuano a rimanere tali. Perchè la maggior parte dei miei amici mi invidia per il lavoro che faccio, ma le cose di cui mi occupo potrebbero essere mille volte più interessanti, travolgenti e coinvolgenti.
Non sono d'accordo sul fatto che serva andare via dall'Italia per imparare certe cose. Io faccio parte del gruppo "avrei voluto avrei potuto e poi sono rimasta". Forse sono stata codarda, forse non ho pensato di potermi adattare, di poter affrontare la sconfitta se non ce la facevo. Può essere.
Io però quando ho l'istinto di buttare una cartaccia in terra, non lo faccio perchè penso "No dai che brutto". Quando vedo i graffiti sulle porte mi arrabbio a dismisura perchè penso "E' la porta di qualcuno". Quando esco da un negozio saluto e auguro buona giornata perchè vorrei che qualcuno lo facesse per me.
Forse è perchè ho vissuto tanti anni in Trentino, un posto in cui le persone hanno molto senso civico, e dove ho constatato che il rispetto reciproco, l'educazione e l'apporto di tutti fa funzionare DAVVERO funzionare le cose in un altro modo. Forse è perchè ho frequentato scuole che mi hanno fatta imparare e crescere davvero, anche come persona, ed interessarmi sempre del mondo. Forse è per il lavoro che faccio.
Non lo so.
Ma io credo nei piccoli gesti, credo nel fatto che si può cambiare ed essere migliori anche da un giorno all'altro e che la somma di piccoli gesti faccia una differenza enorme nella bilancia del mondo. Credo nel fatto che se tutti quelli di 29 anni la pensassero come me, e anche tutti quelli dai 29 in giù, nel giro di 20 anni questo Paese sarebbe rivoltato come un calzino e rimesso a nuovo.
Quindi partite o restate, non importa. Però pensateci su, e poi fate la differenza anche voi.
17 aprile 2013
10 aprile 2013
All about me
Qualche tempo fa, Emme mi ha nominata per il Liebster Blog Award: si tratta di una catena di domande e risposte fra blogger, in cui si coinvolgono ogni volta gli 11 blog che ci piacciono di più.
Avendo passato gli ultimi tre mesi a lavorare ininterrottamente (non è un'esagerazione), a parte quello di Emme in realtà non mi viene in mente nessun altro che consiglierei, per cui la mia lista delle preferenze è al momento sospesa, e mi riservo di tirarla fuori in tempi migliori.
Ciò non toglie che sono stata onoratissima dal fatto che Emme abbia nominato me, e il minimo che posso fare per ricambiare è, in effetti, rispondere alle sue 11 domande. Che sono le seguenti.
1. Perché hai deciso di aprire un blog?
Perché sono cresciuta con la scrittura in corpo. Era un'ossessione, e sono stata a lungo convinta che sarebbe stata anche il mio lavoro. Poi sono capitate tante cose, e non si sa bene come la scrittura è stata messa in stand by, la mia amata Montablanc a prendere polvere.
Siccome però il "nulla si crea e nulla si distrugge" vale non solo per la scienza ma per la vita in generale, dopo un lunghissimo giro mi sono trovata esattamente al punto di partenza: davanti ad un foglio vuoto e con il bisogno irrefrenabile di scrivere. Del resto, se Baricco ha cominciato a scrivere a 30 anni, nulla mi vieta di ricominciare a 29.
Prima ho aiutato mia cugina Kate a creare "Defying Vanity", un blog di moda, beauty e tendenze, poi non mi è più bastato e ho cominciato "The Blonde Chronicles", uno spazio mio dove parlare di quello che mi va, quando mi va.
E' una cosa rara, per me, lasciare così tanto spazio al desiderio del momento, senza essere rigorosa, precisa, organizzata, metodica: questo blog è un regalo che mi sono fatta, un luogo ideale senza pretese dove poter essere discontinua, poco impegnativa, e decisamente folle.
(Però mi sono comprata un nuovo diario, dopo dieci anni. E ci scrivo quasi ogni sera, per compensare. Contrappasso.)
2. Qual è il tuo sogno più grande?
Attenzione: questa risposta è fortemente sconsigliata a tutti coloro che soffrono di diabete. La blogger non si assume responsabilità per eccessive dosi di saccarina emesse nella rete.
Se devo pensare al sogno che ho da tutta la vita, quello di quando eri piccola e che ancora oggi ti fa luccicare gli occhi come un manga giapponese, decisamente la risposta è: Sposarmi.
C'è qualcosa di magico nel percorrere una navata con quell'abito bianco, mentre tutti intorno a te sono emozionati e ti fissano, ma tu riesci a vedere gli occhi di una persona sola, là in fondo, e non senti nulla se non il battito impazzito del tuo cuore.
L'Amore è sempre stato il mio sogno più grande, poi ha fatto a pugni con la Realtà e sono andati ai tempi supplementari. Ne sono usciti tutti e due piuttosto male, perchè comunque quando credo in qualcosa è difficile averla vinta, anche se sei la Realtà.
Insieme ad Amore dallo scontro ne è uscito male anche Avere dei Figli, che è un pacchetto unico con la navata e l'abito bianco.
Il vero vincitore del match è stato quindi il Teatro, inteso come Lavoro dei tuoi sogni, Carriera da ventiquattrore e tailleur, Realizzazione Personale non dipendente da un'altra persona che potrebbe rivelarsi un Super Verme. Da donna moderna del 2013, il Teatro mi ricorda quotidianamente che ci sono cose che possono appagarti e farti sentire completa senza bisogno di niente e di nessuno.
Ma la Realtà è anche che fra dieci anni, seduta sul divano a guardare un film con mio marito e i miei due pargoletti, sarei felice anche se dovessi smettere di lavorare in Teatro.
Se tornassi da uno spettacolo a mezzanotte, e a casa non trovassi nessuno oltre al mio gatto, probabilmente invece no.
3. Hai un rimpianto a cui pensi spesso?
Sì. Tutti i giorni o quasi. Fu qualcosa deciso dalla mia testa, che fece assolutamente bene e mi salvò probabilmente da grandi guai, e sono grata a me stessa per essere una persona così razionale, e in fin dei conti, molto forte.
L'aver fatto la cosa giusta non salva però il tuo cuore dal desiderare tutt'altro. Ed il cuore può rimpiangere molto più a lungo della testa.
4. La città dove vorresti vivere?
Il dilemma del momento. Vivo in un luogo dove non ho particolare desiderio di restare, ma quello dove potrei andare in alternativa, per quanto mi piaccia, non è quella "casa" dove mi riporterebbero le scarpette rosse di Dorothy.
L'unico posto dove mi sia sentita a casa davvero, e dove ho pensato seriamente di restare, finchè il destino non ha voluto il contrario, è stata Padova. Che considero ancora uno dei posti più belli al mondo.
5. Se tu fossi un personaggio storico, chi vorresti essere?
Maria Antonietta. Lo so che può sembrare superficiale, e che fa una bruttissima fine, ma l'alternativa è Anna Bolena, quindi il melodramma è parte integrante dei miei desiderata storici.
Le corti del settecento mi affascinano incredibilmente, e credo che avrei sguazzato felice in quel complicatissimo insieme di regole e bon ton.
Maria Antonietta è inoltre un personaggio incredibilmente sottovalutato, che ha pagato con la vita per qualcosa che era fuori dal suo controllo e dalle sue possibilità.
Anna Bolena invece è stata un'incredibile innovatrice, capace di esercitare un potere indiretto e di influenzare la cultura del suo tempo. E' stata sentimentalmente molto innamorata e molto sfortunata, ma è comunque la madre della più importante Regina che la storia ricordi.
6. Che passioni hai?
Il teatro, se non si fosse capito. Ormai fatico a considerarla una passione, è decisamente qualcosa di più complesso. La lettura, in maniera maniacale. Il pianoforte e la musica classica, che però negli ultimi anni ho lasciato un po' da parte. La danza classica, che invece ancora mi accompagna malgrado l'età. Cucinare, solo i dolci solo quando sono tesa per lavoro. Ho avuto una passione smodata per Final Fantasy che continuerebbe se avessi tempo per giocarci e soldi per una PS3, e dipendo da Grey's Anatomy (precedentemente da Gossip Girl).
7. Il ricordo d'infanzia più bello?
Non ne ho uno in particolare. Credo sia più la sensazione, gli sprazzi di ricordi di piccole cose.
Vedere un film della Disney e accorgersi che so tutte le battute e le canzoni a memoria. Saper ricordare perfettamente l'odore polveroso dei tappeti di casa di mia nonna, e del legno del suo tavolo da pranzo, sotto cui mi nascondevo perchè di volta in volta era una foresta, una prigione, una caverna misteriosa. Guardare le violette nel giardino di casa dei miei, che era la casa del mio prozio, e pensare alle mille volte che le ho raccolte in un mazzetto.
Semplicemente, ricordarsi che sono stata una bambina, e malgrado tutte le avversità una bambina molto felice.
8. Cosa fai nel tempo libero?
Io non ho tempo libero. Ho del tempo differentemente organizzato, diviso in tre categorie:
- totale vuoto mentale, di solito supportato da azioni inutili e vuote come aprire tutte le app dell'iPhone, fare ricerche inutili su Google di cui non ho voglia di leggere le risposte, guardare Real Time;
- fare quelle cose che riguardano la mia vita private e che non faccio mai. Controllare le bollette. Pulire a fondo la casa. Rispondere ad email/messaggi degli amici che ho letto e istantaneamente rimosso. Riordinare l'armadio. Segue senso di colpa, sempre e comunque, per non aver fatto abbastanza e per avere così poca cura di me;
- fare qualcosa di intellettualmente e socialmente valido ma piacevole. Suonare il piano. Studiare inglese. Leggere un libro. Cucinare. Vedere gli amici. Andare a teatro. Andare al cinema. Fare aperitivo (a Milano). Andare a cena (nelle Marche). Segue senso di colpa perché non ho la vita sociale che dovrei (stabilito da chi, poi non si sa).
9. Il tuo colore preferito è (e perché)?
Molti pensano che sia il rosa, ma in realtà il mio preferito è il blu. Perchè è il colore del mare, del cielo, dei miei occhi, quello che ti sta meglio addosso se sei bionda e anche se nessuno l'ha ancora capito il blu è chiaramente destinato ad essere il nuovo nero, fidatevi.
Il secondo è il rosa. Perchè sono bionda e non può essere diversamente.
10. C'è un libro e/o un film che consiglieresti?
Tantissimi. Gli Harry Potter (libri). Orgoglio e pregiudizio (libro e film). Via col vento (film e ASSOLUTAMENTE libro). Il Signore degli Anelli (libri e film). Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (ma solo la prima serie del telefilm Game of Thrones e la penultima puntata della seconda serie, il resto è troppo diverso). Hunger Games (film e ASSOLUTAMENTE libri). Tutto Murakami. Guerra e Pace. Tutti i film della Disney.
Potrei andare avanti a lungo, mi fermo qui.
11. Avessi una bacchetta magica, cosa cambieresti nella tua vita?
Farei qualcosa per il mio rimpianto. E farei qualcosa per aiutare chi delle persone a cui voglio bene si trova in difficoltà.
Della mia vita non cambierei nulla. A volte non mi piace, ma dopotutto è la mia.
Ed ora l'ultima parte dei compiti! 11 cose su di me:
1. Sono terribilmente abitudinaria, adoro fare le stesse cose in maniera sempre uguale. Contemporaneamente, da un giorno all'altro sono capace di fare scelte radicali e cambiare completamente il corso della mia vita. L'ho fatto più volte, e ho costruito nuove abitudini. Mi piace molto essere così.
2. Programmo e organizzo qualsiasi cosa. Non è mania del controllo, è che la mia testa funziona così. Trova la soluzione più pratica, più veloce e più comoda. Deformazione. (o meglio, sono così da sempre e quindi ho deciso di farlo per lavoro)
3. Il mio profumo è Hipnotic Poison da quando è stato creato.
4. Sono in grado di leggere dovunque e in ogni momento. Leggo da sempre anche a tavola e non c'è niente che i miei genitori siano riusciti a fare per farmi smettere.
5. Sono diventata addicted delle serie tv durante l'Università, e la colpa è della mia coinquilina ormai quasi sorella Six.
6. Ho una famiglia numerosissima di persone che non sono realmente imparentate con me. E non perchè qualcuno si è divorziato, risposato, etc. Semplicemente i miei genitori si sono scelti degli amici, nella vita, che sono diventati la nostra famiglia più di quella reale. Ed è davvero molto bello.
7. Adoro i gatti e i bambini. Non che si somiglino fra loro, è chiaro.
8. Mi dicono che sono sempre perfetta, persino nella tormenta di neve dopo aver dormito due ore senza trucco e con una busta di plastica addosso. Io mi sento spesse volte uno straccio, ma non mi lamenterò di certo perchè tutti pensano il contrario.
9. Sono bravissima a cucinare i cupcakes. Non ho imparato da nessuna parte, semplicemente sono brava. Bisognerà pur avere dei talenti nella vita!
10. Sono brava ad ascoltare gli altri e a dare consigli. Ho la sindrome della crocerossina con le persone in difficoltà. Sono quella da cui tutti vanno quando hanno bisogno di aiuto. Sto ancora cercando di capire se la cosa mi piace oppure no.
11. Sono pigra, egocentrica quanto basta, ma soprattutto, a dispetto e al contrario di come la mia vita è strutturata, sono una persona profondamente solitaria.
(Grazie Emme)
Deformazioni
Da domani sono a Dublino fino alla fine della settimana per un meeting internazionale: sono felicissima ma saranno giorni di fuoco con orari deliranti.
Così oggi ho preso mezza giornata libera al lavoro, visto che il conteggio dei miei straordinari si avvicina paurosamente alle 140 ore. Come dire, vai a farti un giro che in ufficio sicuro non ci puoi più stare. Eseguo.
Ecco però che sorge la classica deformazione dell'organizzatore: ho un pomeriggio libero, e non so cosa farci. O meglio, mi vengono in mente solo attività che non c'entrano molto col concetto di "vacanza" e "rilassarsi", quando fuori per la prima volta splende il sole su Milano, e la temperatura invita ad uscire, prendere aria e, non sia mai, FARE UNA SANA CAMMINATA SENZA META.
La sola prospettiva mi lascia sbigottita. Non so quanto tempo è che non vado semplicemente a zonzo da sola. (automaticamente sorge il dubbio: sono MAI andata semplicemente a zonzo da sola?)
L'organizzatore, quando gli viene impedito di organizzare gli altri, organizza se stesso.
La lista delle possibili attività del pomeriggio diventa quindi:
- ultimare il post di risposta ad Emme che aspetta nelle bozze da un mese perchè è più lungo della Divina Commedia;
- riordinare l'armadio cominciando a preparare il cambio stagione e programmando una serie di lavatrici;
- suonare il pianoforte per almeno tre ore tornando a padroneggiare perfettamente il primo tempo della "Patetica";
- studiare inglese per almeno tre ore preparandomi per Dublino (che è come lavorare ma siccome non mi paga nessuno è considerata un'attività personale);
- pianificare nei minimi dettagli l'addio al nubilato della mia migliore amica prima ancora di aver sentito cosa ne pensano le damigelle;
- pianificare nei minimi dettagli la vacanza a Campiglio del 25 aprile prima ancora di aver sentito gli altri partecipanti.
Ammettiamolo, ho un problema. A 29 anni, e per di più essendo bionda, non si può non essere in grado di non fare semplicemente NIENTE.
Indi per cui, ho deciso che il pomeriggio sarà dedicato a:
- prendere il BikeMi e arrivare in un punto interessante del centro;
- rifare la strada a piedi verso casa;
- mangiare un gelato;
- guardare le vetrine;
- chiamare la damigella d'onore per discutere CON LEI dell'addio al nubilato della mia migliore amica;
- riordinare moderatamente la camera mentre faccio le valigie per la partenza di domani.
Credo che avrò un attacco di panico a metà del processo. Vi farò sapere come va.
Così oggi ho preso mezza giornata libera al lavoro, visto che il conteggio dei miei straordinari si avvicina paurosamente alle 140 ore. Come dire, vai a farti un giro che in ufficio sicuro non ci puoi più stare. Eseguo.
Ecco però che sorge la classica deformazione dell'organizzatore: ho un pomeriggio libero, e non so cosa farci. O meglio, mi vengono in mente solo attività che non c'entrano molto col concetto di "vacanza" e "rilassarsi", quando fuori per la prima volta splende il sole su Milano, e la temperatura invita ad uscire, prendere aria e, non sia mai, FARE UNA SANA CAMMINATA SENZA META.
La sola prospettiva mi lascia sbigottita. Non so quanto tempo è che non vado semplicemente a zonzo da sola. (automaticamente sorge il dubbio: sono MAI andata semplicemente a zonzo da sola?)
L'organizzatore, quando gli viene impedito di organizzare gli altri, organizza se stesso.
La lista delle possibili attività del pomeriggio diventa quindi:
- ultimare il post di risposta ad Emme che aspetta nelle bozze da un mese perchè è più lungo della Divina Commedia;
- riordinare l'armadio cominciando a preparare il cambio stagione e programmando una serie di lavatrici;
- suonare il pianoforte per almeno tre ore tornando a padroneggiare perfettamente il primo tempo della "Patetica";
- studiare inglese per almeno tre ore preparandomi per Dublino (che è come lavorare ma siccome non mi paga nessuno è considerata un'attività personale);
- pianificare nei minimi dettagli l'addio al nubilato della mia migliore amica prima ancora di aver sentito cosa ne pensano le damigelle;
- pianificare nei minimi dettagli la vacanza a Campiglio del 25 aprile prima ancora di aver sentito gli altri partecipanti.
Ammettiamolo, ho un problema. A 29 anni, e per di più essendo bionda, non si può non essere in grado di non fare semplicemente NIENTE.
Indi per cui, ho deciso che il pomeriggio sarà dedicato a:
- prendere il BikeMi e arrivare in un punto interessante del centro;
- rifare la strada a piedi verso casa;
- mangiare un gelato;
- guardare le vetrine;
- chiamare la damigella d'onore per discutere CON LEI dell'addio al nubilato della mia migliore amica;
- riordinare moderatamente la camera mentre faccio le valigie per la partenza di domani.
Credo che avrò un attacco di panico a metà del processo. Vi farò sapere come va.
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